Ginevra:ONU

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mercoledì 21 settembre 2011

Esselunga,Caprotti;Coop:ingiustizia è fatta!

Pochi giorni fa il Tribunale di Milano ha condannato il signor Caprotti,patron dell'Esselunga,a risarcire le Coop rosse di 300.000 € a seguito di quanto scritto in suo libro (Falce e carrello) per "concorrenza sleale".Nel libro(che ho letto) Caprotti denunciava tutti i soprusi e le angherie subite dalle Coop e sistemi alleati contro le sue azioni per installare nuovi supermercati,cosa impossibile nelle regioni rosse, e i privilegi che le stesse hanno in termini fiscali e di potere politico.Sono un cliente dell'Esselunga da vecchia data e devo dire che,come hanno dimostrato vari sondaggi nazionali,trovo la catena commerciale più conveniente in termini di rapporto prezzi-qualità.Al contrario, quando mi è capitato di andare in un supermercato Coop,ho trovato prezzi decisamente più alti e qualità non sempre soddisfacente.Giudizio che esula,sia ben chiaro, da qualsiasi opinione politica. Devo,però,precisare per correttezza che nei punti Esselunga la gestione del personale  risulta a volte discutibile,o almeno lo era in passato, come evidenziato da vari episodi riportati dalle cronache,facendo avvicinare il modello Esselunga a quello dell'americana Wall-Mart.Ma torniamo alla condanna.Oggi viene pubblicata una lettera di Caprotti sul Corriere della Sera che commenta la sentenza.Una lettera delicata,direi signorile,dove ironicamente si ritiene quasi "soddisfatto" di essere accusato solo di "concorrenza sleale".In effeti non capisco cosa voglia dire "concorrenza sleale".O Caprotti ha detto il falso, e pertanto va dimostrato con fatti da chi lo querela, oppure ha detto il vero.Nella lettera Caprotti ricorda i vari tentativi delle Coop di acquisire la stessa Esselunga,compresa la dichiarazione del presidente del Consiglio di allora (il mortadella Prodi) che Coop ed Esselunga dovevano essere accorpate:perchè,poi, non si sa.Nella lettera fa riferimento anche a fatti personali come la sua malattia e l'allontanamento,chiramente doloroso per un padre,del figlio dalla dirigenza aziendale insieme ad altri ritenuti "non all'altezza".Lo fa,a mio parere, con lucidità e con un sincero dolore,almeno così voglio credere.
La sentenza è politica ed è la testimonianza che ormai oggi la giustizia non giudica i fatti ma li manovra.Ultima cosa:i proventi del libro vanno in beneficienza e le Coop cosa faranno dei 300.000 € che incasseranno?.Vedremo.
Ciao a tutti alla prossima e come sempre...forza Milan!!!